Sopra maglione casual per improvvise call di lavoro, sotto pantaloni del pigiama. È la classica mise per i giorni di isolamento, per chi è in smart working ma non vuole perdere uno dei pochi lati positivi di questo periodo: lavorare in ciabatte e tuta.
In questi giorni di quarantena ci stiamo facendo una profonda esperienza nelle videochiamate e di tutti i problemi di queste conversazioni virtuali: rumori di fondo, risposte che arrivano in ritardo, ma soprattutto le webcam puntate sulle narici dei partecipanti!
Ma c'è poco da fare. In questo periodo, le chiamate video sono l’unico strumento che ci permette di rimanere in contatto.
Ecco qui allora,
qualche consiglio
su come rendere le video call coinvolgenti.
Come cominciare.
Innanzitutto, diamoci un appuntamento con orario ben preciso.
Io specifico sempre anche che si tratta di una video chiamata.
Quando ci si connette, salutiamo tutti come quando si arriva in una stanza nel mondo reale.
A me piace connettermi un po’ prima, in modo da poter salutare con calma le persone che si connettono e fare un po’ di chiacchiere amichevoli prima di iniziare la riunione.
Se però da questa riunione dipende il vostro lavoro, ad esempio parliamo di un colloquio di lavoro oppure una presentazione al capo, conviene controllare in anticipo tutti gli aspetti tecnici, sistemare il proprio profilo e prestare attenzione particolare al proprio aspetto e all'ambiente che si vedrà dietro di voi!
Dove posare lo sguardo.
Dove guardare è un problema per tutti.
Io ho un brutto vizio, controllo spesso che i capelli siano a posto o che la webcam non mostri troppo le rughe. Drammi 4.0!
Ma fissare la propria immagine come fosse uno specchio non è una buona idea.
Come non lo è impicciarsi dei volti e delle case degli altri con uno sguardo indagatore. Una buona idea è invece quella di spostare spesso gli occhi sulla lucina accesa della telecamera, in modo da stabilire un contatto visivo con gli altri partecipanti.
Un piccolo trucchetto che uso io: spostare manualmente la mia immagine sullo schermo e posizionarla vicino alla fotocamera.
A volte dobbiamo poi ricordarci di sorridere e parlare con un tono amichevole. Questo farà in modo di instaurare empatia e sveglierà l’attenzione di chi ci ascolta.
Controllare l'inquadratura.
Meglio tenere la webcam appena sopra gli occhi e non più in basso, per evitare che tutti vedano le nostre narici, come succede per esempio quando utilizziamo il telefono e lo poggiamo sul tavolo sotto di noi.
La luce è sempre da tenere sott’occhio.
Avere una forte luce alle spalle, per esempio una finestra, rende il viso scuro, difficile da vedere.
Lo sfondo?
Ognuno scelga un ambientazione gradevole e adatta alla videochiamata, a seconda che sia di lavoro o di piacere.
Non ci deve essere per forza una libreria, come vediamo nei collegamenti di molti personaggi noti. Ma in quel caso, attenzione a che sia ben ordinata.
Non lasciamo oggetti personali in vista: panni stesi, vestiti sulla sedia… ho visto di tutto i questo periodo!
Condurre la conversazione.
La videochiamata comincia: "Ciao! Mi sentite?". E tutti cominciano a parlare uno sopra l'altro, ci si interrompe in continuazione e si rischia un attacco di ira verso tutte le tecnologie.
Io odio questa parte, voi no?
Qualche consiglio: se si tratta di una chiamata di lavoro, meglio parlare a turno, fare un giro in cui ognuno aggiorna gli altri sullo stato del suo lavoro. Ci possono anche essere dei lati positivi di questo metodo.
Io solitamente invito le persone a prendere la parola e a partecipare se si sentono a proprio agio nel farlo, senza forzare nessuno, con il risultato che anche chi in una normale riunione non interverrebbe ha l'opportunità di esprimersi.
Se invece è una call con gli amici, si può accettare di parlare in contemporanea: in fin dei conti succede anche quando si è al pub insieme. Magari usiamo il microfono delle auricolari che aiuta a isolare la propria voce dai rumori ambientali.
Ricordiamoci anche che in una conversazione virtuale manca il linguaggio del corpo quindi attenzione perché è più facile fraintendersi.
Rendere le chiamate interattive.
Dobbiamo imparare che le nostre presentazioni dovranno essere molto più brevi, pochi messaggi, ma chiari.
Ricordiamoci di interromperci e di fare domande, per essere sicuri che chi ci segue abbia capito e sia al passo.
Cerchiamo di mantenere viva l’attenzione tramutando i numeri e le statistiche in storie e aneddoti.
Coinvolgiamo i partecipanti chiedendo un’opinione, se questa non arriva spontaneamente.
Usiamo le chat, affinchè ognuno possa interagire e rendere la riunione più coinvolgente per tutti.
Un discorso a parte merita tutto
il team sales, cioè gli agenti abituati a muoversi sul territorio e a fare della presenza accanto al cliente la loro arma vincente per la vendita.
Come si può dunque raggiungere gli obiettivi di vendita restando chiusi in ufficio, attraverso una “semplice” videochiamata?
Se sei un agente, ricordati bene che ti troverai di fronte una persona incerta, che sta rivedendo budget e strategie.
Usa moderatamente le slide se devi presentare un nuovo prodotto. Prediligi il racconto, fai diventare il prodotto parte di una storia. Parti sempre dal problema che il tuo prodotto risolve, non dalle sue caratteristiche.
In questo modo il tuo cliente ti darà davvero ascolto, perché gli stai risolvendo un dilemma!
Ricordati di non parlare sempre, ma ascolta in modo attivo e fai le domande giuste.
Questo nuovo contesto rischia di amplificare le tradizionali carenze del commerciale e dell’intero management aziendale.
Se prima bastava una visita dal cliente per portare a casa un ordine, ora la strategia dovrà cambiare.
Magari occorreranno 3 videochiamate, perché il contesto è cambiato. Ed ogni videochiamata andrà gestita a sé.
Ci sarà bisogno di tanta formazione che parte dal dentro l’azienda,
per studiare e capire un nuovo modo di trasmettere il messaggio. Dal dentro, riscoprendo il valore della mission aziendale, andando verso l’esterno, passando dal come si lavora, per poi arrivare al cosa, cioè al prodotto.
Dobbiamo fare le cose diversamente, con più efficacia e non lasciarle all’intuito delle persone che praticano l’arte dell’arrangiarsi.
E se saremo bravi, potremo anche migliorare i risultati, nonostante il pigiama sotto allo schermo!
Alla prossima,
Maura